Si, forse come nella musica, se prendete la parte bassa di una tastiera di un piano, ne escono suoni bassi, scuri, densi.
L’argomento si è presentato più ostico del previsto, infatti solo in 3 hanno presentato le loro immagini.
Questa modalità comunicativa, di usare toni che siamo mediamente vicini al nero con un soggetto accennato da pochi segni chiari, può non essere nelle corde di tutti, o anche non essere considerata molto lontana da una foto scura, sottoesposta.
Invece ha una forte componente di impatto per il grande contrasto tonale presente nell’immagine  in low key.
La tecnica peraltro non è banale, per le considerazioni che dicevamo, e richiede di essere pensata in fase di ripresa, e difatti, di diverse foto presentate, poche rispondevano ai requisiti richiesti.
Poi si è evidenziata l’importanza di una coerenza tra il monitor di casa e il nostro proiettore, problema che si può porre ogni volta che una propria immagine elaborata in un certo modo venga visualizzata su dispositivi diversi, a dimostrazione di quanto fine dev’essere il raggiungimento di certe tonalità scure al limite del nero profondo.
Altra cosa che mi ha fatto pensare è che se certe foto non sono nell’argomento della serata rischiano di perdersi perché fuori tema; direi che si tratta di una dimostrazione di coerenza ma che forse in alcuni casi è un peccato non valutarle per quello che le immagini ci offrono.
Detto questo abbiamo comunque visto sia ritratti in sala posa, che foto di reportage, sia alcune nature morte, e abbiamo anche cercato di correggere con ulteriore postproduzione, alcune tonalità che con il proiettore apparivano più chiare, offrendo un piccolo spunto di come usare i comandi di LTR.