La propedeutica prodromia della serata, da calendario libera, è brevissima.
L’eutrapelia dei presenti e l’interazione tra gli stessi direziona la prua verso una sana serata ‘Caffè 36’ .
Si inizia con Davide (dvd) con una prima serie di immagini all’interno della Metropolitana di Parigi.
Sapienti riprese enfatizzano linee di fuga che portano lo sguardo verso l’Infinito ciò nonostante gli spazi siano angusti, ottimo cortocircuito visivo e mentale.
Seconda serie, non la vetusta Parigi, ma bensì una visione icastica dell’architettonica e moderna metropoli francese.
Si prosegue con Marco (Phango), consueto quanto gradevole sguardo su volti, genti, culture, usanze e luoghi a noi lontani.
Indonesia e Myanmar.
Dalle immagini si evince la simbiotica interazione tra il fotografo e i soggetti, dai sorridenti bambini ai più seriosi anziani.
Interessante la sinergia tra Marco, che foto alla mano ha cercato e trovato persone riprese anni prima da un amico fotografo spagnolo.
Segue Daniele (il Nat) con inusuali tagli e inquadrature di Staglieno.
Questo è quanto.
Il tutto senza musiche né slide né apprensioni per tempi lunghi, ogni immagine ha avuto pari dignità e il giusto tempo tecnico di visione.
Ovviamente quest’ultima personalissima riflessione non vuole creare nessuna dicotomia.
Non sono misoneista ma ogni tanto un ritorno ad una iniziale ermeneutica non guasta.
Differenti aspetti stocastici e forse anche palindromici.
Null’altro.