Serata libera, siccome sono entrato con zoom dopo l’inizio della visione delle foto, velocemente mi sono state riproposte le foto di Stefania e di Pier, rispettivamente su acquedotto di Roma e sulla caligo che è comparsa a Genova in questi mesi, le ho apprezzate, in modo particolare alcune di Pier che ha ben realizzato cogliendo l’occasione di questa stranezza meteorologica senza fermarsi solo alla riproduzione, ma trovando prospettive inedite con lo schiacciamento dei piani.

Ma il clou della serata è iniziato con l’analisi di un’ottantina di foto di Federico sul mercato orientale.

La premessa è stata che si tratta di un lavoro in itinere, con vari tipi di riprese, dalle classiche ben inquadrate a quelle con varie parzialità delle figure in campo, il tutto in un bianconero non particolarmente “lavorato”, solo con la sistemazione dell’esposizione.

Dopo una iniziale visione la prima osservazione è stata su come ha reso la tonalità delle merce, la frutta dei banchi, poco differenziata  rispetto ai soggetti, i venditori o il pubblico, tanto che Federico aveva quasi frainteso che sarebbe stato preferibile realizzare il portfolio a colori.

Poi alla fine si è chiarito che il discutere verteva sul fatto che la post-produzione andava ottimizzata proprio per aumentare i contrasti tra le zone di interesse.

Perché ho intitolato “asparagi e fragole”?

Qualcuno di noi penserebbe ad un’insalata che abbia questi ingredienti? Consentitemi come risposta un assertivo NO.

Mia figlia ce lo ha proposto, come esperimento culinario, in vista di un corso di cucina che terrà (se proprio volete info scrivetemi privatamente)

Ora non posso immaginare come la potete pensare voi, ma la mail la sto scrivendo io e io non prendo una posizione neutra.

Di sicuro ho assaggiato l’insalata e ho cercato di capire come funzionava l’accostamento tra gli asparagi e le fragole; si tratta di due sapori delicati, non come aglio e cipolla, quindi era plausibile verificarne la congruità gustandoli insieme, e quello che ho notato era che la fragola un po’ moriva se era tagliata troppo fine, ma il gusto era una nuova esperienza.

Cosa avrebbe pensato mia figlia sa avessi cominciato a disquisire sul tipo di piatto usato, sulla tovaglia, su come è stata disposta l’insalata sul piatto, sul vino di accostamento, sul tipo di pane messo in tavola per l’accompagnamento, sulle posate, sui sottobicchieri, sulle luci di sottofondo, sull’accompagnamento musicale, sull’abbigliamento che doveva indossare servendoci l’insalata, senza aver assaggiato l’insalata?

Ebbene la serata sulle foto di Federico avanzava imperterrita su come andavano postprodotti alcuni scatti senza analisi del contenuto, della sostanza.

Ma che tipo di lavoro ci ha presentato Federico?

Si tratta di un tipo di ripresa street, fotocamera non appariscente, scatti un po’ al volo e soggetti che vanno da momenti di vita a inquadrature particolari. per Particolari voglio  dire aver l’aver usato angoli inediti di ripresa, riflessi, trasparenze, composizioni su divisione del fotogramma in diverse aree ognuna quasi indipendente dalle altre, accostamenti con casualità che alla fine creano giochi di ripetizione, antitesi, straniamento, surrealismo; insomma da una parte foto quasi classiche, dall’altra una ricerca direi impegnata.

Federico dunque ha proposto questo insieme non omogeneo proprio per comprendere dai pareri ricevuti che direzione dare al suo lavoro.

Purtroppo invece il gruppo si stava fermando a disquisire su come le foto andavano presentate, come se l’insieme fosse già abbastanza funzionale e andasse solo rifinito.

Mi si può opporre che ci deve essere una logica conseguenziale tra come si presentano e foto e quello che vogliono dire… Sarà, ma io personalmente prima scelgo le foto, le metto in sequenza con un ordine coerente al mio pensiero e quindi decido il tipo di post da dare, colore bn, contrasto pastello, bruciature e schiarimenti, insomma solo all’ultimo; e comunque si ottimizzano per quella che sarà la stampa o la creazione di una visione qualsivoglia come fase finale del lavoro creativo.

Personalmente faccio e insegno cosi.

Devo esprimere il mio disagio ad essere collegato: nella discussione animata in sede non riuscivo a dire la mia per proporre una rotta di discussione, finché ho potuto parlare e far capire che secondo me avevamo due visioni di questo macro soggetto, diametralmente opposte.

E finalmente si è compreso.

Dunque rivedendo le  foto si è evidenziato subito che alcune proprio non entrano nel senso del progetto mentre altre ne diventano parte integrante, di conseguenza la scelta anche di poche foto ha creato il fulcro di un futuro portfolio originale e inedito, e la discussione è decollata nella miglior forma costruttiva.

Ergo?

Vorrei ancora una volta ricordare (lo sappiamo, infatti voglio solo ricordare) a tutti noi che nel piatto abbiamo il cibo, che è la sostanza che assumiamo per nutrirci, l’occhio sicuramente vuole la sua parte, ma la sostanza è l’essenziale.

Così quando la sera del venerdì vediamo foto, a mio parere prima si dovrebbe discutere della sostanza, cioè di quale sia il motivo dell’immagine, del perché è stata scattata e portata per la condivisione, e poi eventualmente una discussione su come migliorarne l’aspetto.

Serate come questa in ogni caso aiutano.