Quando ho imbastito il calendario mi sono ritagliato una sera per descrivere un autore famoso, e ho pregustato la scelta, tra i tanti fotografi che mi hanno formato, che mi hanno fatto sognare, che ho ammirato.

La scelta è stata dura, su alcuni come Adams il mio sentire negli anni si è modificato, su altri si è rafforzato, poi sono arrivati nomi nuovi, ma volevo che la scelta cadesse su un personaggio a cui sono affezionato.

Leggendo “l’infinito istante” ho ripensato a quel fotografo leggero ma serio, che faceva danzare la geometria nelle sue foto, che aveva quella lieve ironia e un solido rapporto con le tendenze artistiche del suo tempo reinventate dal suo obiettivo, che non si è mai schierato politicamente, che poi è stato un po’ un padre per i vari Bresson o Capa o Brassai: Andrè Kertesz.

Così tra i miei libri trovo un bel catalogo ricco di foto, e tanta biografia, comincio a ripassare la sua lunga e travagliata vita, penso pian panino a come organizzare la serata, e acquisto anche un nuovo libro sulle sue polaroid: se fate ricerca su google avrete una panoramica di questa particolare produzione scattata solo a casa gli ultimi anni della sua vita, ancora ricca di poesia da essere in alcuni tratti struggente.

Sono progressivamente entrato nelle sue gioie e nei suoi dolori, nei suoi successi e nelle frustrazioni.

Se già amavo le sue immagini, studiandolo me ne sono ancora più avvicinato, ho meglio compreso qualcosa del suo genio, delle sue ispirazioni, pur trovandolo irraggiungibile sulle sue perle fotografiche o nelle sue anticipazioni di inizio secolo.

Troverete qui

http://fotogartistica.blogspot.it/2011/01/andre-kertesz-fotografie-che.html

un bel sito con qualche immagine e la sua biografia.

Più approfondisco  e quasi più mi perdo, le fonti sono inesauribili, d’altronde ci ha lasciato oltre 100000 negativi, e se non sono tutti capolavori, ormai anche gli scarti hanno valore, e quindi ogni volta rivedo il programma della mia esposizione, e il tempo passa…

Giungo alla fine che ancora non ho fatto le riproduzioni che mi ero ripromesso, ma tanto so che ci metto poco…

Altro che poco! 2 sere di scatti del famoso catalogo, le foto non finiscono mai, cerco anche di scegliere, ma quali scarto?

poi si va avanti con la post degli scatti, un po’ di ritaglio, un po’ di correzione dei toni, e siamo al giorno prima.

Ormai con la scadenza sul collo organizzo la proiezione, un bel momento, pensare a come associare una musica, una cadenza con foto che amo, me le fa sentire un poco più mie, lavoro difficile, e le ore passano.

Prima di cena ho quasi finito, devo solo cercare i testi da leggere, rivedo L’infinito istante e metto segnalibri sulle pagine che leggerò al circolo, salvo le foto su chiavetta ed esco per arrivare al circolo.

Non siamo in tanti, lo immaginavo, siamo sotto pasqua.

Breve presentazione, introduco l’argomento e finalmente prendo il file con la proiezione, lo apro, il programma mi avverte che il file è troppo nuovo, in effetti il mio programma è più recente di quello del circolo, ma ho già aperto file senza problemi, lo avvio, ma non vedo immagini.

Il programma ha inesorabilmente e irrimediabilmente cancellato TUTTO

Venerdì di Passione