E’ stato il 21 febbraio, il venerdì dell’ultimo incontro in sede.

Una tranquilla serata a tema libero, dopo che si pensava di ricevere Paolo Micai che voleva farci vedere le ultime sue novità ma che a causa di un prossimo intervento ha dovuto rimandare…

Volevamo chiamare anche la nostra quasi socia Chiara, spia piemontese, fotografa naturalista, per farla venire il 28 febbraio, che abita nell’Ovadese; se ricordate bene era stata una delle prime zone rosse per il Covid-19, quindi nisba.

Ma allora i provvedimenti avevano già deciso che le associazioni dovevano rimanere chiuse.

Da allora non abbiamo più potuto vederci.

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Questi puntini sono grevi e gravi.

Riempiteli voi, con la storia di ognuno, con la storia che ci separa e ci unisce tutti, un mese sconvolgente che subdolamente ha ribaltato ogni nostra abitudine e nostro pensiero.

Ieri poi la notizia che la serata con Paolo Micai è sospesa per sempre, per quel microrganismo che se fosse raccolto da tutto il mondo in un contenitore credo non supererebbe che qualche chilo di peso.

Credo che tutti noi stiamo assistendo ad una distruzione non sistematica ma disordinata e catastrofica di ogni nostra certezza, tutti ai domiciliari, liberi solo dentro le nostre abitazioni, e forse neppure dentro noi stessi, con il pensiero sempre rivolto a cosa sta accadendo intorno, dal nostro quartiere fino a ogni paese del mondo, alcuni con un lavoro ribaltato, altri come me a casa e basta.

Un pensiero per Paolo che ci ha lasciato: l’ultima volta che l’ho visto è stata per lo spettacolo riderefabene ai primi di novembre 2019 dove lui come sempre faceva le riprese dell’evento per dare il suo contributo all’associazione ASCO.

Inutile dire quanto fosse bravo, sia umanamente che professionalmente, tanto poi ora che ci ha lasciato diventerà ancora più bravo nel nostro ricordo, ma era un amico, e tutti assistiamo allo stupore della morte che lo ha colpito, che ci colpisce, quel vuoto che diventa un buco mentale nelle nostre emozioni, dove la palla che lanciamo verso il muro rassicurante del presente, non rimbalza più, assorbita dal buco, dalla mancanza.

Ma ieri finalmente siamo riusciti a vederci, quasi in 30, chi in video e audio, chi solo audio ma con un disordinato fluire di parole sovrapposte, felici solo di vederci.

Questa ragazzi, è una certezza da non disperdere, da non dimenticare, a cui aggrapparci, la nostra amicizia, una quotidianità mantenuta da decenni che ci accompagna.

Anche noi siamo impermanenti, ognuno di noi andrà prima o poi, ma ora ci siamo, e non siamo qui solo per un hobby, per un passatempo ( come è cambiato il concetto di passatempo ora?) ma per una importante relazione umana, che ognuno vive a suo modo ma sento che per tutti noi è importante.

Chissenefrega se in questa videata ognuno dalla sua casellina parlava  mentre si sovrapponevano tutte le altre voci, siamo noi, siamo tutti insieme e ci teniamo virtualmente per mano, ci abbracciamo, ci qualsiasi cosa, che ora non si può fare.