È bene ricordare che noi usiamo luce, per comunicare, per inventare, per divertirci. Il tema era proprio di focalizzare sul possesso della luce e Mani-polarla al nostro volere.

Qualcuno ha recepito il messaggio del tema e ha proposto foto che si capiva che erano frutto di una ricerca e con quel piccolo sforzo per ottenere un risultato che fosse piacevole.

Gabry ha decisamente usato le sue mani con bacchette luminose in oscurità e l’otturatore della fotocamera aperto creando con le scie luminescenti dei disegni ovviamente astratti, e quindi ha proposto la serie  montata con accompagnamento musicale. Sicuramente una buona idea e certi scatti erano piacevoli, ma l’appunto che ha ricevuto è che il numero di immagini era notevole e con un avvicendamento molto serrato, poche variazioni da uno scatto all’altro, e con la sensazione che lo stacco tra le foto dovesse essere più collegato con la musica, insomma una bozza su cui vale la pena di lavorare, anche perché i software per creare questi slide hanno potenzialità notevoli ma richiedono studio e tante prove.

Alessandro ha portato solo un’immagine di un libro a pagine aperte con una illuminazione dall’alto interessante, una buona prova apprezzata, il libro trattava di esoterismo, quindi un valore aggiunto alla foto.

Daniele ha il suo soggetto preferito, che sembra abbia simpatia per il flash: qualche ritratto di bimbo ci ha fatto sorridere, e sarà una fortuna per Daniele ricordare questi momenti di spontaneità con immagini comunque non banali.

Antonella ci ha proposto su tutte e quattro, una immagine costruita con un pazientissimo modello che, indossata giacca e cravatta in luglio, si è sottoposto ad una serie di scatti per ottenere proprio quella foto un po’ surreale dove anche togliendo una maschera, sotto sotto abbiamo altre maschere che nascondono il nostro vero profondo io, forse anche a noi stessi. Tecnicamente una buona foto anche se perfettibile, ma soprattutto uno spunto.

Daniela ha eseguito 4 foto cogliendo l’occasione del tema, e ha provato con il lightpainting, con qualche sorgente diversa compresa la TV, tutto migliorabile ma già con qualche risultato di per sé buono, e di sicuro si è divertita.

Pier invece ha cercato nel suo archivio con varie fonti di illuminazione, dal flash incorporato nella fotocamera alla sorgente artificiale, al beauty dish. Per la verità abbiamo colto diverse imperfezioni tra alcune foto, a dimostrazione che il controllo della luce è quanto mai non banale e richiede controllo di ogni elemento, specie con certe composizioni, e gli esempi che troviamo su riviste patinate hanno alzato l’asticella della qualità.

Io ho avuto una musa ispiratrice e stimolante, mia figlia, che ha voluto cimentarsi sia per produrre idee e sia per posare. Così per diverse sere, compreso venerdì prima di cena abbiamo usato un set che ha rivoluzionato il mio studio in casa, con fogli di cartone colorato, cavalletto, faretto Ikea, stagnola, cotone accendino ed alcool.

Le mie proposte andavano dal tenere il faretto Ikea acceso tra i palmi delle mani, all’ingegnarmi per avere una fiammella sopra un dito, e a dispetto del pensiero dominante che dava per scontato un fotomontaggio , in realtà è stato più divertente usare un pezzo di cotone tenuto da colla sull’unghia, bagnarlo di alcool e accenderlo per pochi secondi avendo già la mano in posizione, con esposizione e messa a fuoco pronti.

Oppure un lighpainting che ha realizzato mia figlia scrivendo con la luce del cellulare, o ancora posando la mano sul cartoncino colorato abbiamo fatto scorrere la luce del cellulare intorno alla sagoma della mano.

Tutto questo non ovviamente per dire che si trattava di opere d’arte, ma per fornire stimoli a chi voglia divertirsi con varie tecniche caserecce fai da te.