Quarant’anni sono una vita, e sappiamo quanto le mode siano veloci a consumare ogni cosa, ma un pensiero lucido, illuminato, che si realizza in un’opera, non solo resta attuale, ma può far nascere un simbolo, o un’icona, caratterizzando il suo tempo.
Tano D’Amico ci ha offerto una sera indimenticabile, ben condotta da Maurizio Garofalo, photo editor, suo amico, nostro amico, che ha saputo dare l’imput giusto a innescare pensieri e ricordi sul filone delle oltre 140 immagini che facevano da protagoniste e nello stesso tempo da sfondo.
Non pretendete da me un commento colto alle immagini di Tano, sulle quali si sono spese milioni di parole. Certo ho vissuto un’emozione, e l’ho letta su molti dei presenti.
Unica eccezione a mio parere la voce di un paio di giovani studenti che hanno desiderato fare considerazioni un pó provocatorie: un gesto particolare, visto che hanno creato un pizzico di contestazione a foto di contestazione, quasi un cane che si morde la coda, peraltro con un sottofondo di dissenso da parte del pubblico che ho trovato divertente.
Ma il bello è stato il giorno dopo, con Tano in mezzo a noi, mai cattedratico, ma narratore delle sue foto, delle sue avventure, di storie liete e tristi, sempre coinvolgenti, testimone di un’epoca che molti di noi hanno vissuto da giovani, ma udendo solo l’eco di certi avvenimenti, senza esserci mescolati in questo turbine di volontà di rinnovamento. Lo dico per me stesso, con la sensazione, vedendo le foto di Tano, di aver vissuto quasi di riflesso.
Personalmente amo queste foto, che mi hanno fatto conoscere i volti a volte dolci della protesta, che mi hanno fatto tornare alla mente fatti che allora non capivo, che mi hanno fatto comprendere, forse, in parte, una profonda differenza generazionale.
Maurizio dice che una Foto di Tano si riconosce sempre, e dopo quasi 24 ore passate con Tano D’Amico e con le sue foto, comincio a capirlo.
Un evento così lo dobbiamo a diversi di noi a cui vanno i nostri ringraziamenti: Federico M. e Marco D. che sono le anime di questi incontri, che impegnano energie e tempo dedicandosi ad un livello organizzativo che porta a incontri con sale piene di pubblico.
Questa volta abbiamo avuto anche un supporto tecnico che ci consentirà di avere le riprese dell’evento grazie all’operato di Marco C. Andrea T. e l’esordiente ma già esperto Mattia P. che si sono dedicati alla registrazione, che non è solo piazzare una telecamera, ma un pianificare una serie di scelte tecniche che vanno attuate con la massima precisione durante l’evento. E grazie anche a chi ha supportato l’incontro sia al Ducale che in sede con tutte le piccole cose che fanno la differenza (ma quanto era buona la focaccia che abbiamo trovato la mattina di sabato al circolo!)