Venerdì 5 Marzo 2021, alle ore 21, in diretta Facebook

Incontro con Franco Zecchin e presentazione del libro “Continente Sicilia”, in dialogo con Claudio Corrivetti (Ed. Postcart).

Coordina Federico Montaldo.

 

La più estesa e popolosa regione d’Italia, la Sicilia è anche la più grande delle isole del Mediterraneo, definite da Fernand Braudel come dei “continenti in miniatura”. Dal 1975 al 1994, Franco Zecchin ha fotografato la Sicilia, negli anni della guerra di mafia, dell’impegno civile e delle proteste. La prospettiva che propone questo volume è antitetica a quella di un’insularità marginale e bloccata nella sua unicità, rassegnata a subire l’oppressione del potere mafioso e incapace di reagire agli stimoli dell’attualità globale. Luogo d’origine della mafia ma anche dell’antimafia, la Sicilia è uno spazio di sperimentazione politica e sociale, aperto sul resto del mondo.

 

Franco Zecchin.

Nato nel 1953 a Milano, nel 1975 si trasferisce a Palermo, dove diventa fotografo professionista, lavorando sulla mafia, la corruzione politica e le condizioni sociali in Sicilia. Nel 1977, con Letizia Battaglia, crea il primo Centro Culturale per la Fotografia situato nel Sud Italia e, nel 1980, è tra i fondatori del Centro di Documentazione contro la Mafia “G. Impastato”. Fa teatro e realizza film all’interno dell’ospedale psichiatrico di Palermo. Dal 1987 è direttore responsabile del mensile di cultura e politica “Grandevù” edito a Palermo.

Nel 1988 diventa membro “nominé” dell’agenzia Magnum. Il lavoro svolto in Sicilia tra il 1975 e il 1993, caratterizzato dall’impegno sociale, è riconosciuto a livello internazionale. Tra il 1989 e il 1991 conduce un’inchiesta fotografica sui rapporti tra inquinamento industriale e salute pubblica in Slesia (Polonia). Nel 1991 inizia una ricerca fotografica sul nomadismo e l’uso delle risorse ambientali lavorando per alcuni anni su una decina di società in diverse parti del mondo. Oggi vive e lavora a Marsiglia dove, insieme alle attività di formazione alla fotografia, continua a esplorare il rapporto tra appropriazione del territorio e pratiche sociali attraverso la fotografia. Le sue foto fanno parte delle collezioni dell’International Museum of Photography di Rochester, del MOMA di New York e della Maison Européenne de la Photographie a Parigi.

 

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